Stati Uniti d’America: cronaca di un paese perennemente in guerra con qualcosa

Come per la maggior parte delle nazioni o degli imperi del mondo, la storia di questo grande paese, gli Stati Uniti d’America, è iniziata con una guerra. Era il 1775 e i coloni britannici che abitavano questo sconfinato e sconosciuto continente – i diretti discendenti dei primi padri pellegrini giunti sulla ‘May Flower‘ – accendevano la miccia che li avrebbe portati a combattere la prima guerra d’indipendenza contro quella madre patria, l’Inghilterra, che non intendeva concedere alcuna rappresentanza alle 13 colonie nordamericane. I padri fondatori, come George Washington e Jefferson, e i loro più astuti generali, come Gates e Knox, s’immolavano nelle battaglie di Lexington e Saratoga, di Princeton e Yorktown; sconfiggendo gli inglesi essi dichiarano la propria indipendenza divenendo una nazione riconosciuta nel 1783.
I primi dieci anni di questo paese, che si era formalmente dichiarato indipendente già dal 4 luglio 1776, avevano già assistito a 8 anni di guerra sul proprio suolo. ‘L’albero della libertà deve essere ogni tanto bagnato col sangue dei compatrioti ‘ asseriva fermamente Thomas Jefferson, e di qui la libertà venne, ma senza trovare mai pace. Tra conflitti mondiali e interventi internazionali, espansioni territoriali e guerre di secessione, tra ‘guerra fredda’ e semi fredda, occupazioni e operazioni ‘black ops‘ clandestine – che sotto l’occulto controllo della CIA hanno segretamente sovvertito i governi di mezzo pianeta – gli Stati Uniti d’America sono stati in guerra per un buon 90% del tempo che hanno trascorso dalla loro creazione: approssimativamente 210 anni di conflitti in 240 anni di esistenza. Con soli 21 anni trascorsi in pace, a meno che notizie desecretate in futuro non rivelino ulteriori operazioni sottocopertura mosse dalla CIA negli anni indicati, gli USA sono sempre intervenuti militarmente per i loro interessi o in nome dei presunti interessi dei propri alleati.
In seguito al celebre affondamento del piroscafo Lusitania, causato dalla guerra sottomarina ‘senza quartiere’ alla quale aveva dato vita la Germania durante la Prima Guerra Mondiale, il 6 aprile 1917 gli USA dichiarano guerra alla Germania imperiale entrando in guerra a fianco dell’Intesa (Gran Bretagna, Francia, Italia) e cambiando le sorti del conflitto in suo favore. Lo stesso anno gli USA iniziano formalmente la loro guerra al Comunismo inviando sul campo della Guerra civile russa un contingente di 5.000 per fiancheggiare i bolscevichi bianchi. Se l’obiettivo formalmente dichiarato era quello di supportare la Legione Cecoslovacca rimasta immischiata negli scontri tra i ‘rossi’ e i bianchi’, la vera essenza della missione era quella di impedire che il bolscevismo di espandesse in tutta la Russia; ma come sappiamo lo sforzo internazionale nulla poté contro l’Armata Rossa.
Tra il 1935 e il 1940, durante la Grande Depressione e l’Isolazionismo voluto dal presidente più amato della storia degli Stati Uniti, Franklin Delano Roosevelt, non si registra per ovvi motivi nessun tipo di conflitto anche se: le forti tensioni internazionali, la vendita di armi a favore dei vecchi alleati già impegnati in Europa in un nuovo conflitto e l’embargo di un vicino in piena espansione come il Giappone portavano tutte le promesse per un nuovo coinvolgimento su larga scala. Quando il 7 dicembre 1941 gli aerei giapponesi attaccarono a sorpresa (…) Pearl Harbour distruggendo gran parte della flotta USA ancora alla fonda nel Pacifico, la dichiarazione di guerra ai paesi dell’Asse (Germania, Giappone, Italia) fu immediata; come disse l’ammiraglio Yamamoto “Il Gigante si era svegliato“. Come avvenne per il primo conflitto mondiale, l’entrata in guerra dell’America ribaltò completamente le sorti del secondo. Impegnati sui fronti del Nord Africa, dell’Asia e dell’Europa, i milioni di uomini uniti all’inesauribile potenza industriale degli Stati Uniti si impressero una volta per tutti come potenza globale suprema. La vittoria del conflitto nel 1945 – che verrà sancita dall’impiego della bomba atomica – porterà il mondo ad essere diviso da quella ‘cortina di ferro’ tra il modello capitalista della Nazioni Unite, e il modello comunista della’URSS, dando vita alla contrapposizione bipolare che il giornalista americano Walter Lippmann battezzerà come una Guerra Fredda.
La ‘Guerra Fredda’ però sarà combattuta realmente per quasi 40 anni, frammentata in decine di crisi e scontri, più o meno noti, dove gli USA condurranno sempre i giochi; a volte alla luce del sole, come nell’intervento nella Guerra di Corea, a volte nell’ombra attraverso centinaio di missioni sotto copertura codificate come ‘Black Ops‘.
Nel 1946 gli Stati Uniti occupano militarmente le Filippine e la Corea del Sud, nel 1947 sbarcano un contingente in Grecia: per sedare la guerra civile e aiutare la reggenza britannica a scongiurare il rischio che una vittoria comunista facesse guadagnare un paese satellite all’URSS. Nel biennio 48/49 non è stata rivelata nessuna operazione militare offensiva. Nel 1950, in seguito all’invasione dalla truppe comuniste di Pyongyang della Corea del Sud, il presidente Truman – l’unico presidente della storia ad aver dato il via libera all’uso della potenza atomica su una nazione avversaria – da l’ordine di intervenire alle forze di occupazione americane. È il primo scontro militare della Guerra Fredda.
Da questo momento in poi la totalità dei conflitti nei quali gli Stati Uniti interverranno saranno una bizzarra combinazione di interventi previsti dalle risoluzione delle Nazioni Unite , atti a difendere o salvaguardare la pace e la democrazia di paesi membri o affini, e di interessi legati al mantenimento dell’equilibrio bipolare del globo. Nel 1953 la CIA architettò un colpo di stato in Iran (operazione Ajax). Nel 1954 la CIA diede vita ad un colpo di stato in Guatemala (operazione PBSUCCESS), mentre già dal 1953 era impegnata in Indocina (Laos e Cambogia) a contrastare i guerriglieri Viet Cong del presidente comunista vietnamita Ho Chi Minh. Centinai di ‘consiglieri militari’ e agenti della CIA operarono tra gli anni ’50 e ’60 addestrando, armando e combattendo i guerriglieri armati dai comunisti finché nell’agosto 1964 l’incidente nel Golfo del Tochino portò gli Stati Uniti (amministrazione Johnson) in una delle più lunghe e sanguinose della sua storia: la Guerra del Vietnam. Terminerà nel 1975 (amministrazione Nixon). Intanto nel 1961 sotto la presidenza Kennedy la CIA aveva tentato senza successo di rovesciare il regime di Castro a Cuba con quella che rimarrà nella storia come ‘Invasione della baria dei Porci‘.
Nel biennio 76/78 non si registra alcuna guerra operazione, mentre a partire dal 1979 la CIA procura una vera e propria guerra in Afghanistan contro l’Unione Sovietica che terminerà nel 1986. Nel 1981/83 la CIA foraggia e addestra gli antisandisti in Nicaragua. Nell’82 gli USA intervengono insieme al resto delle Nazioni Unite in Libano, nel 1983 invadono Grenada per paura che il regime filo marxista desse vita ad un’altra Cuba (amministrazione Reagan). Nel 1988/89/90 gli USA invadono e occupano Panama per sovvertite il dittatore Manuel Noriega (amministrazione Bush Sr.). Nel 1990 gli USA sono in prima linea nella Guerra del Golfo, intesa a liberare il Kuwait dalle forze d’invasione del dittatore iracheno Saddam Hussein. Nel 1994 l’America invade con i suoi paracadutisti Haiti per far reinsediare il presidente Jean-Bertrand Aristide esautorato da un colpo di stato nel 1991 (operazione Uphold Democracy). Nel 1992 interviene in Somalia nell’operazione Restore Hoper. L’operazione umanitaria, all’interno della quale le forze speciali già operavano sotto copertura, si tramutò in una vera e propria guerra quando i soldati americani vennero ingaggiati a Mogadiscio e il noto Black Hawk (elicottero, n.d.r.)venne abbattuto da un RPG (razzo, n.r.d.) lanciato dai miliziani di Adid (amministrazione Clinton). Nel 1995 durante la Guerra dei Balcani i caccia bombardieri USA conducono i bombardamenti NATO in Bosnia contro le forze serbe di Milosevic (sempre amministrazione Clinton). Nel 1997 non si registra nessuna operazione militare. Nel 1998 vengono conditi bombardamenti in Iraq, Afghnistan e Sudan . Nel 1999 gli USA partecipano alla missione NATO per costringere il presidente serbo Milosevic a lasciare il Kosovo con una sequenza di raid aerei e un invasione e occupazione militare. Nel primo anno del nuovo millennio non viene registrata alcuna operazione militare l’attentato terroristico di matrice islamista (Al Quaeda di Osama Bin Laden n.d.r) alle Torri Gemelle da il via alla ‘Guerra al Terrorismo‘: invasione dell’Afghanistan nel 2001 (amministrazione Bush jr.), in Yemen nel 2002, in Iraq nel 2003 (Invasione dell’Iraq e guerra al Terrore), in Pakistan e Yemen tra il 2004 e il 2006, e ancora in Afghanistan fino al 2011. Nel 2011 gli Stati Uniti intervengono in Libia durante la guerra civile per aiutare la deposizione del dittatore Muhammar Gheddafi. L’ultimo impegno militare degli Stati Uniti, contemporaneo all’occupazione di tutte le nazioni sopracitate perdurato durante la presidenza Obama, è l’intervento in Siria e Iraq nei territori occupati dall’autoproclamato ISIS (Stato Islamico dell’Iraq e del Levante) di matrice jhiadista salafita (e la destabilizzazione del presidente siriano Bashar al-Assad).
Secondo un report più o meno ufficiale elaborato dal Socom, il Comando Unificato della Forze Speciali Americane, nei conflitti ai quali SEAL, Berretti Verdi e DELTA force hanno preso parte negli ultimi 15 anni il risultato reale sarebbe di “zero vittorie, due sconfitte e sette pareggi”. Secondo un resoconto più generale” nei conflitti ai quali gli USA hanno preso parte negli ultimi 100 anni solo il 20% li ha visti vittoriosi”.